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SuperLega

Civitanova - Itas Trentino, analisi, numeri e pagelle

Se con il servizio non fa la differenza, in maniera significativa, questa Lube non ha chance contro questa Itas Trentino. Era apparso evidente nelle sfide precedenti, in particolare dopo gara-3, in cui né la battuta gialloblù né quella della Lube avevano pesato più di tanto sugli equilibri in campo, cosa che invece era accaduta a parti invertite in gara-1 gara-2, e lo stesso è accaduto ieri sera a Civitanova. Nel primo set, dai nove metri, la Lube ha fatto vedere i sorci verdi alla seconda linea gialloblù, poi però le cose hanno preso a cambiare e quando si è cominciato a giocare semplicemente a pallavolo si è vista una sfida via via sempre più simile a quella di quattro giorni prima, almeno sul piano tecnico. Tutto questo, al netto del turno al servizio di Michieletto, che nel secondo set ha cambiato la storia di questo match e di questa serie. Tre bordate da campione assoluto, quale è, che hanno spostato il punteggio e l’inerzia, a viva forza, dal 23-21 al 23-24, strappando dalle mani dei cucinieri un 2-0 che sarebbe stato quasi tombale per i gialloblù.

Il successo per 2-3 porta in dote uno scudetto, che, esattamente come la Champions League lo scorso anno, ha non solo salvato una stagione fino a quel momento da “zero tituli”, ma l’ha trasformata nell’ennesima connotata da una grande impresa. Forse non ci si rende conto, perché tutto sembra ormai scontato, cosa significhi per una città come Trento avere in bacheca sei scudetti nello sport di squadra più popolare d’Italia dopo il calcio, diventerà forse più chiaro fra qualche decennio. Intanto godiamocelo, anche perché con questo trofeo Trento sorpassa nell’albo d’oro assoluto Avia Pervia Modena, Robur Ravenna e Ruini Firenze e si porta al quinto posto, ad una sola distanza proprio da Macerata - Civitanova e a due da Parma. Si tratta del primo scudetto trentino senza Matey Kaziyski in campo, ad indicare che un cambio generazionale si è completato con grande merito della società. Al suo posto c’è Alessandro Michieletto nelle vesti di icona.

A decidere la partita di ieri sono state la resilienza dell’Itas Trentino in quel secondo drammatico parziale, lo splendido terzo set, dominato dall’inizio alla fine, e l’accelerazione nel tie break con gli ace di Michieletto e Rychlicki nonché il muro di Flavio su Dirlic. La Lube ha fatto tutto quello che ha potuto e non può rimproverarsi quasi nulla, se non, appunto, quel secondo set scippatole dalle mani sul più bello; è un gruppo giovane, che potrà crescere ancora in futuro e togliersi delle soddisfazioni

Il tabellino completo

I momenti decisivi

Nel set di apertura a fare la differenza sono state alcune serie di servizi micidiali della Lube: quella di Bottolo con l’ace del 2-0, quella di Nikolov con l’ace del 6-4 e il muro del 7-4, ancora quelle di Bottolo e Chinenyeze con i muri di Nikolov e Gargiulo, quelle di Lagumdzija, che hanno portato 4 break consecutivi (18-12).
Micidiale anche l’avvio del secondo set (5-1 con un ace di Nikolov), ma poi tutto ha cominciato a cambiare. Brava Trento a capire che gara-4 non era gara-2, soprattutto perché Civitanova stava producendo errori su errori, battuta compresa. La squadra di Soli si è avvicinata gradualmente, senza riuscire però mai a finalizzare la rimonta, almeno fino a quando, sul 23-21, Michieletto ha sfoderato un ace, un mezzo ace finalizzato da un tocco di Lavia, seguito da un attacco sull’antenna di Bottolo (23-24). Ai vantaggi ha chiuso un muro di Kozamernik su Gargiulo.
Nel terzo set tutto ha cominciato a prendere la piega ideale, per Trento, dal 13-14 in poi, quando un muro di Kozamernik su Bottolo e due contrattacchi vincenti di Michieletto hanno lanciato i gialloblù sul 14-18, poi diventato un 15-23 con le battute violente di Sbertoli (due ace).
Anche il quarto sembrava poter prendere una piega simile, invece sul 6-7 due ace di Bottolo sono riusciti a riportare in vita Civitanova, che poi ha gettato in campo tutto quello che aveva per portare la contesa al tie break, compreso l’impiego di Dirlic al posto di uno spento Lagumdzija. Troppi gli errori trentini in questa frazione per poterla portare a casa, soprattutto in battuta, un peccato viste le difficoltà dei cucinieri.
Il tie break, però, ha cominciato a sfuggire dalle mani della Lube già sul 4-7, frutto degli ace di Michieletto e Rychlicki, poi amministrato senza grandi affanni fino al 9-15 finale.

Cosa dicono i numeri

Il primo dato che stupisce sono i 30 servizi sbagliati da Civitanova, un valore mostruoso, che, unito agli 11 errori su azione, vale 42 punti a favore dell’Itas, la quale invece ha regalato appena 3 punti in attacco e 19 dai nove metri, comunque tanti. Curioso anche che a fine incontro Trento vanti un ace in più della Lube (9-10), visto che ha perso due set a causa dei punti diretti incassati con il servizio. Grande equilibrio in ricezione (38%-36%) e in attacco (53%-55%), fa specie il fatto che Civitanova abbia al proprio attivo ben 13 punti in più schiacciando (61-48), un dato che si spiega con il fatto che tanti cambi palla i gialloblù li hanno in realtà portati a casa senza fare nulla (errore in battuta della Lube). Interessante anche notare la grande differenza fra cambi palla e contrattacchi: sul primo fronte è avanti Civitanova sia per quanto riguarda quelli conquistati con ricezione positiva (e non di poco: 64%-54%), sia per quanto riguarda gli altri (48%-47%), mentre nella fase break l’Itas sopravanza nettamente i cucinieri con un 63% - 49%. Qui va ricercata la ragione del successo trentino, oltre ovviamente che nelle spropositata mole di errori della Lube di cui si è già detto.

Le nostre pagelle

RICCARDO SBERTOLI (pal) 8 – Ha faticato molto a sviluppare il proprio gioco, perché il servizio della Lube spesso finiva in rete o lo faceva correre per il campo come un maratoneta, leggansi i soli 15 assist serviti ai due centrali (media 3 a set). In alcune occasioni è stato anche meno preciso del solito, ma ha sempre mantenuto una calma olimpica, che ha trasmesso ai compagni. Importante, al solito, il suo contributo al servizio, fatto di 2 ace e 7 break point. Strepitose alcune difese, come quella che ha messo le premesse per il 25-26 nel secondo set. Secondo scudetto meritatissimo per uno dei migliori palleggiatori del mondo.

KAMIL RYCHLICKI (opp) 7+ – Il finale è da copertina della serata, ovvero un tie break nel quale ha realizzato un ace favoloso in posto-1 e i punti in attacco del 9-14 e 9-15, ma prima di allora la sua era stata una serata molto complicata, pessima al servizio e a muro (due 0), fra alti e bassi in attacco: 29%, 57%, 50%, 0%, 75%. Il dato interessante è che, pur con questi numeri, ha finito per fare la differenza, dato che Lagumdzija, dall’altra parte della rete, ha fatto molto peggio: 33% in attacco, 0 muri, un solo ace, 3 errori e 2 muri subiti. E la pallavolo vive quasi esclusivamente sulle differenze.

ALESSANDRO MICHIELETTO (sch) 9 – È l’uomo simbolo di questa squadra, il degno erede di Matey Kaziyski. Quando c’è da tirare fuori dal cilindro qualcosa in grado di risolvere una situazione complicata tocca a lui provarci e spesso riuscirci. Mvp del match e della serie, ieri sera è stato protagonista a 180°, in primis con quella serie di battute che hanno cambiato la storia del secondo set e della partita, mutando un 23-21 in un 23-24, e poi nel tie break, mettendo le basi per tre break point. In attacco è stato un flagello per il muro di Civitanova, bombardato dalle sue staffilate, tanto che ha chiuso con uno stellare 67% con appena 2 errori e 0 muri subiti. Al suo attivo, oltre a 4 ace, anche due block. In ricezione ha faticato, come tutti: 33% di tocchi positivi.

DANIELE LAVIA (sch) 7,5 – Partita molto simile a quella di Rychlicki, quella dello schiacciatore calabrese, iniziata in maniera terribile, per migliorare in corso d’opera. I numeri finali parlano innanzitutto di ben 5 ace subiti (peggio ha fatto solo Nikolov con 6), concentrati sul secondo (2) e quarto (2) set, riscattati però da tre ace e sette servizi, che hanno generato un break, esattamente come Bottolo. In attacco chiude con il 45%, ma anche con 0 errori e punti dal grande peso specifico all’attivo, come quelli del 23-23, 25-26 e 26-27 del secondo set. Ha comunque trovato il modo di metterci del suo in questo 2-3.

FLAVIO GUALBERTO (cen) 7,5 – Non ha la possibilità di toccare molti palloni, visti i numeri della ricezione, ma quando viene chiamato in causa non delude (6 su 9 senza errori e senza subire block). A muro fatica molto di più (2 punti), ma uno è preziosissimo, quello del 6-10 nel tie break. Al servizio non fa danni (0 ace) e in questo match conta. È l’unico giocatore dell’Itas che può festeggiare il secondo scudetto consecutivo

JAN KOZAMERNIK (cen) 8 – La sua ultima partita in maglia Itas Trentino è di grande sostanza. In attacco vanta l’83%, a muro va a segno 2 volte, come il collega brasiliano. Lui però mette sul piatto anche un ottimo rendimento al servizio, visto che getta le basi per 6 break point trentini, e il muro su Gargiulo del 26-28 nel 2° set. Buona fortuna in Giappone, Jan.

GABRIELE LAURENZANO (lib) 8 – In ricezione, nonostante i numeri, dà prova di stabilità, tanto che subisce uno solo dei nove ace marchigiani. In difesa si prodiga per tutto l’incontro quando esiste la possibilità di intercettare le bombe di Lagumdzija, Nikolov e Bottolo. Due scudetti a soli 23 anni è roba da predestinati.

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